Gli auguri alla città di Ostuni, in occasione della Pasqua, del vicario foraneo don Maurizio Caliandro.
«Buona Pasqua a tutti voi. È sempre difficile commentare queste feste perché ognuno trova ciò che cerca. Se Pasqua è un giorno come un altro… allora non accadrà niente. Chi non cerca nulla non trova nulla.
Se Pasqua è un giorno “diverso”, allora ti sentirai diverso, per cui ti impegnerai ad essere “diverso”. Se Pasqua è un giorno dell’anima, allora troverai qualcosa che possa dissetare la tua anima. Sarai disponibile a lasciarti sorprendere e qualcosa “di nuovo” accadrà. Quindi troverete quello che cercate.
Dirsi “Buona Pasqua” è dirsi: “C’è ancora speranza!”.
Sembrava tutto finito… e invece! Sembrava che Gesù fosse morto… e invece! Sembrava la fine di tutto … e invece! Quante volte ci troviamo in situazioni simili: allora Pasqua è ricordarsi che tutto può succedere: “Tutto può succedere!”.
Tutti i vangeli di Pasqua sottolineano quattro movimenti.
Il primo movimento dei vangeli è: “Vivi; vieni fuori; esprimiti”. Cosa devono fare la Maddalena e le donne? Devono uscire fuori dalla loro tana di chiusura e, anche se è rischioso, andare ad esprimere il loro dolore al sepolcro. Ma non sono solo uscite da un luogo, sono uscite dalla paura e sono diventate sé stesse. Che cosa devono fare gli apostoli? Devono uscire dal Cenacolo, affrontare la paura di fare la stessa fine, e andare al sepolcro a vedere.
Ecco il primo movimento dei Vangeli: “Sei sempre lo stesso; sei fermo; ti senti insoddisfatto; senti che ti manca qualcosa; vorresti ma hai paura?”. “Vieni fuori! esprimiti!”. Sei in una prigione? Vieni fuori! Sei in una situazione, relazione, che ti fa morire? Vieni fuori!
Perché se Dio vuole qualcosa da noi è che EMERGIAMO, che ci realizziamo. La bellezza deve emergere. Che la tua bellezza emerga, brilli e sia visibile a tutti.
Il secondo movimento è: “Sorpresa! Non è così! non è come pensi tu!”. La Maddalena, gli apostoli, erano ripiegati su sé stessi, tutti presi dal loro dolore e sofferenza; non si aspettavano davvero nulla. Nessuna sorpresa. Ciò che è incredibile è che nessuno vede mai Gesù. C’è Gesù, ma non lo riconoscono.
È così: quando tu sei preso tutto dal tuo dolore, dai tuoi pensieri, dalle tue preoccupazioni, neppure ti accorgi di ciò che accade fuori, della vita che c’è, delle opportunità che ti vengono offerte. Per questo bisogna uscire fuori.
La Pasqua ci ricorda sempre: “Guarda che forse, non è così come credi”.
In qualunque situazione tu ti possa trovare sappi che è possibile: “Non è come pensavi!”. Dio è veramente forza. Allora: se tu puoi distogliere la tua attenzione da te e guardare fuori, forse potrai vedere che la vita è: “Sorpresa! non è come tu pensavi!”.
Il terzo movimento è: “Muoviti!”. In tutti i vangeli c’è un movimento dalla staticità alla dinamicità. Infatti, le persone si muovono, corrono, escono fuori. Allora l’invito della vita è: “Muoviti”. Nei vangeli Gesù era sempre in cammino. Perché è necessario essere sempre in movimento (dentro) per essere vivi.
Alla gente piace piangersi addosso, lamentarsi. È quello che fanno le donne e gli apostoli: vanno al sepolcro per piangere. Se la tua vita non ti piace, ha qualcosa che non va, invece di piangerti addosso… muoviti tu!
Il quarto movimento è: “Vivi, cioè: “Sii vitale”. “Cos’è che mi fa vivere? Quand’è che mi sento vivo?”. Respirare non è vivere; vivere è essere al massimo di sé, felici, pieni, in pace con sé e col mondo. Se tu vivi, se tu sei vitale, se tu stai in ciò che ti fa vivere, in ciò che è vitale, vita per te, non morirai mai. Allora sarà ogni giorno Pasqua!»